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Alessandro Barbero e le Fake News nella storia: analisi e riflessioni sul senso comune.

di Sherije Kjamili


Siamo sempre cresciuti con l’idea che tutto ciò che abbiamo appreso, letto o imparato sia verità assoluta.

Certo, è vero che Beethoven abbia scritto la Nona Sinfonia nonostante i problemi d’udito, come è vero che Giulio Cesare sia stato ucciso alle Idi di Marzo; diamo anche per certo che l’Illuminismo sia stata davvero l’Età della Ragione.

Però, lungi dal voler mettere in discussione tutto il nostro sapere, dobbiamo ammettere che ci sono notizie che ormai fanno parte del nostro immaginario collettivo e che, purtroppo, non sono veritiere.

Interessante, a questo proposito, prendere in considerazione una conferenza di Alessandro Barbero, uno storico di fama Nazionale, il quale ha deciso di trattare il discorso relativo alle Fake News, non da addetto ai lavori, ma da premuroso studioso, attento alla formazione di giovani che ogni giorno leggono tomi di libri dove sono inserite notizie che proiettano la visione della storia verso correnti divergenti, modificando proprio quello che è considerato l’insieme di concetti appartenenti alla memoria collettiva di una certa comunità.


Trattandosi di un grande medievalista, va da sé che si andranno ad analizzare alcune ‘calunnie’ (giusto per rimanere in tema) che hanno sicuramente cambiato la percezione che noi abbiamo di un periodo invece fruttuoso e fervido al punto che anche noi, insieme allo storico, siamo pronti ad affermare che “La gente del Medioevo non merita che le persone possano oggi pensare che vivessero nel mondo immaginario di quel tipo”.

Barbero non manca dell’umorismo che lo contraddistingue, ironia e un velo di sarcasmo nel raccontare, con fonti in mano, i quesiti che ancora oggi, a distanza di migliaia di anni, molti continuano a chiedersi: “Ma veramente nell'anno Mille ci si aspettava l'Apocalisse?” e “Quanto è vero che i Medievali, così bigotti come vengono considerati dai più, vivevano con la convinzione che la terra fosse piatta?” (la ‘teoria della pizza’, stando alle parole del medievalista).


Ma ora, senza dilungarmi di molto, vi consiglio vivamente di spendere un’ora del vostro tempo, per dedicarvi alla visione di questo video interessante dove, dietro l’ironia, ci cela un evidente bisogno di smascherare quelle che Barbero, in una intervista a La Repubblica dell’11 Ottobre 2018, definisce “la versione 2.0 delle antiche leggende” concludendo con una considerazione estremamente importante:

Non ci siamo inventati niente di nuovo, c'è solo una grande differenza: mentre noi le 'fake news' le affidiamo a un tweet o a un articolo di giornale che spesso dura un'ora, un giorno o un mese e poi non se ne parla più, prima i 'costruttori di bufale' lavoravano per l'eternità e sono stati in grado di far arrivare i loro falsi fino a noi. Con conseguenze non da poco nella percezione che abbiamo oggi del mondo.

Corsi e ricorsi storici? Insomma, anche quando studiamo o leggiamo su fonti che possono sembrare attendibili, è sempre un bene saper interpretare con senso critico, leggere con attenzione, non trarre conclusioni affrettate al fine di non incorrere in banali errori che possono risultare problematici in futuro.

 

Il sostegno della Commissione europea alla produzione di questa pubblicazione non costituisce un'approvazione del contenuto, che riflette esclusivamente il punto di vista degli autori, e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per l'uso che può essere fatto delle informazioni ivi contenute.

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