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Educazione al pensiero critico

Aggiornamento: 19 feb 2021

di Andrea Pasquali e Sherije Kjamili

Le fake news e la disinformazione sono al giorno d’oggi un pericolo reale? Esiste davvero una strategia di massificazione e addomesticamento da parte dei media? Veramente l’uomo corre il rischio di non pensare più con la propria testa?


Le fake news non sono una novità.

La storia dell'umanità ne è tempestata.

Nel 1475 una fake news si diffuse per opera di un predicatore francescano, Bernardino da Feltre. Egli accusò la comunità ebraica di Trento della scomparsa di un bambino. Quindici persone furono falsamente accusate, trovate colpevoli e torturate. La falsa notizia contribuì in maniera sostanziale al dilagare dell’antisemitismo.

Altro esempio. Nel 1782 Benjamin Franklin creò un’edizione completamente falsa del Boston Independent Chronicle per consolidare la simpatia del grande pubblico nei confronti della Rivoluzione Americana. Il giornale affermava che gli Inglesi avessero ingaggiato dei Nativi Americani per fare lo scalpo a civili e soldati. La falsa informazione venne fatta circolare ampiamente da altri giornali, facendo aumentare la pubblica ostilità nei confronti dei Nativi Americani.

Ancora. Nel 1835 il New York Sun riportò la notizia di creature animalesche abitanti della luna. Parliamo della "Grande beffa della luna - The Great Moon Hoax”. La tiratura si aggirò tra le 8.000 e le 19.000 copie, rendendo il New York Sun il più venduto giornale del tempo. All’insaputa del pubblico, la bufala era stata una trovata commerciale.


Ma al giorno d’oggi il problema delle fake news si fa via via più incalzante, sia perché gli strumenti per la diffusione delle notizie si sono oltremodo potenziati, sia perché le fake news hanno un impatto immediato sui pensieri e sui modi di agire di moltissime persone. Determinando costumi, atteggiamenti, convinzioni culturali e condizionando perciò la salute pubblica, lo stato di diritto, l’economia, la vita politica degli stati.

Di questo avviso è anche l’Unione Europea che già da qualche anno ha predisposto un piano operativo contro la disinformazione.

In questo documento si ammette che la disinformazione è diventata una vera e propria minaccia che rischia di danneggiare i processi democratici nonché i beni pubblici come la salute, l'ambiente o la sicurezza dei cittadini dell'Unione.

Nello stesso documento si attesta poi che qualità dei media, indipendenza del giornalismo, ma soprattutto l’alfabetizzazione mediatica dei cittadini europei sono gli strumenti più idonei a contrastare il fenomeno.

Un primo passo verso un approccio critico e analitico nei confronti dei contenuti e dei messaggi mediatici, nei quali possiamo imbatterci quotidianamente, sta nel considerare la sfera emotiva e tutte quelle notizie che sembrano strizzare l’occhio alla nostra sfera emotiva, primo ostacolo per una lucida analisi dei fenomeni.

A. P.


 

Musica, emozioni...

manipolazioni?


Vi è mai accaduto di spendere un sacco di fazzoletti, scoppiando in una cascata di lacrime, magari mentre guardate la pubblicità di banali merendine? Oppure vi è mai capitato di sentire un vuoto nello stomaco ogni qualvolta in tv ci annunciano, ormai a cadenza semestrale, che la fine del mondo è sempre più vicina?!

Insomma, la famosa colonna sonora de “Lo squalo” di Spielberg che inquieterebbe anche il peggiore tra i cattivi?


Ebbene sì, vi stanno manipolando, ma attenzione!

Vi possiamo assicurare che non siamo solo noi a sostenerlo, ma una miriade di studiosi. Giusto per citarne uno, prendiamo Noam Chomsky e no, non è il nome di un personaggio della Marvel, ma colui che viene annoverato tra i più importanti sociolinguisti esistenti e dalle cui riflessioni in merito alla manipolazione mediatica è stato stilato un decalogo di strategie utilizzate dai furboni del mestiere. Ora, fermo restando che la paternità del decalogo rimane un mistero, il punto che abbiamo voluto considerare tra i più interessanti è quello che in parte riguarda inconsapevolmente tutti noi: il fattore emozione!

Caspita, che colpo signori!

Catturare l’attenzione sfruttando le nostre emozioni recondite e molto spesso sono proprio le melodie a trarci in inganno. Avete presente quelle pubblicità dove per vendervi una lavatrice abbiamo come sottofondo la musica minimalista francese? Bene, sappiamo che comprare la lavatrice diventerà l’obiettivo del giorno dopo.

Anche Theodor W. Adorno (1903-1969), uno tra i massimi studiosi di filosofia musicale, ha criticato la capacità dei mass media di manipolare le menti ammettendo che molto spesso i brani musicali utilizzati in alcuni contesti mirano a manipolare le persone portandole ad aderire alle posizioni che vengono proposte.

 

“La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta” T. W. Adorno

 

Insomma, non facciamoci trarre in inganno! Sapete quanta carta potremmo evitare da pubblicità strappalacrime?

Salviamo l’ambiente e salviamo noi stessi.

Pensateci!

S. K.


 

Il sostegno della Commissione europea alla produzione di questa pubblicazione non costituisce un'approvazione del contenuto, che riflette esclusivamente il punto di vista degli autori, e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per l'uso che può essere fatto delle informazioni ivi contenute.

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