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Gli stranieri ci rubano il lavoro?

Analisi e considerazioni sullo stereotipo degli stranieri in Italia

di Loreta Pasquarelli


“Gli stranieri ci rubano il lavoro!”.

Questa è una delle principali fake news che girano attorno all’immigrazione.

Lo ribadisce la fondazione Leone Moressa, centro di ricerca dedicato allo studio dell’economia delle migrazioni.

L'istituto di ricerca, particolarmente attento alle "fenomenologie e alle problematiche relative alla presenza straniera sul territorio" ci fornisce dei dati - tramite uno studio realizzato in collaborazione con MoneyGram nell’ambito del progetto “Cofee Break” - dimostrando, numeri alla mano, che tale stereotipo nasce dalla somiglianza di due dati apparentemente legati tra loro.





Vediamolo insieme in un breve video esplicativo:



Dunque, il fatto che il numero di occupati stranieri (2,4 milioni nel 2018) sia simile a quello dei disoccupati italiani (2,36 milioni) ha rafforzato l’idea, molto diffusa nell’opinione pubblica, che la disoccupazione degli italiani sia causata dall’occupazione degli stranieri.

In realtà i due gruppi hanno caratteristiche molto diverse: i disoccupati italiani hanno generalmente titoli di studio medio-alti e risiedono prevalentemente al Sud, mentre gli occupati stranieri sono soprattutto al Nord, sono per lo più analfabeti e svolgono lavori poco qualificati.


Gli studi relativi a questo e ad altri stereotipi sono stati ufficialmente pubblicati e diffusi dalla fondazione al fine di smascherare e combattere la cattiva informazione.

Non solo numeri, quindi, ma anche riflessioni.




Prima dei numeri, infatti, prima dell’analisi del mercato, prima della crisi economica, dal 2008 in poi si parla di “paura verso ciò che non si conosce”: i nuovi arrivati rappresentano un’incognita e peggio ancora si pensa ad un effetto destabilizzante sulla situazione attuale.


Alla luce degli studi e dei dati raccolti dalla fondazione Leone Moressa, invece, l'invito a riflettere è chiaro: è più logico pensare alla presenza dello straniero sul nostro territorio in termini di complementarietà o di competizione?



 

Il sostegno della Commissione europea alla produzione di questa pubblicazione non costituisce un'approvazione del contenuto, che riflette esclusivamente il punto di vista degli autori, e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per l'uso che può essere fatto delle informazioni ivi contenute

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