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La memoria e la presenza. L’oblio e l’essenza.

Nisciuno se sente”. L’ultimo lavoro dei Canusìa.

di Loreta Pasquarelli


I Canusìa nascono ufficialmente il 3 aprile 2006 - data in cui si esibiscono per la prima volta in una festa popolare a Sezze. Ed è proprio nel paese del territorio dei Monti Lepini che Mauro D’Addia –voce, chitarra classica, chitarra acustica e loop station - e Anna Maria Giorgi – voce, percussioni, tituella e flauto dolce – riscoprono il valore delle proprie tradizioni e i relativi canti che riaffiorano dai ricordi popolari: gli stornelli, i canti di lavoro, canti di emigrazione, filastrocche.

Facendosi testimoni della tradizione e dei suoi gesti di vita quotidiana fatta di canti di donne, di fatica e rabbia dei braccianti, di risate di bambini. Fatta di emozioni, paure, speranze, ribellione.

Canusìa nasce dal desiderio di ritrovare questo mondo attraverso l’ascolto delle testimonianze canore delle persone più anziane. Il desiderio infatti è la parola chiave che ha guidato il gruppo nella ricerca del proprio nome: in dialetto setino canusìa significa infatti desiderio.

Nel 2017 si aggiunge al duo Marco Matarese – fisarmonicista.

L’ultimo lavoro dei Canusìa “Nisciuno se sente” – videoclip con regia di Gabriele Graziani - è un grido di dolore e di denuncia contro l’oblio che ricopre la nostra esistenza. E’ una richiesta a tutti noi di non perdere la nostra memoria, le nostre origini, perché siamo tutti figli della donna in nero (magistralmente interpretata nel videoclip da Lucia Viglianti) ovvero Madre Terra.



Cantano: “Ma tutto chesso se perde pe la miseria dentro glio core. Nisciuno ca canta e ca balla, tutto se perde, tutto se more”. Un invito a camminare tra i vicoli e nelle selve dei ricordi - come Chiara Pucci, giovane interprete nel video.

La memoria e la presenza, tradizioni e contemporaneità, si incontrano e ristabiliscono un legame – una matassa di lana – dopo aver camminato tra polverose strade, fitta e intricata vegetazione e castelli incantati tra Priverno, Roccagorga, Sermoneta e lungo il Fiume Cavata.

Nisciuno se sente” è il desiderio nascosto di quelle stesse donne che cantavano lavando vestiti e lenzuola lungo i bordi del fiume, di quegli uomini che hanno emigrato e sono poi tornati, di quei bambini che son cresciuti correndo e saltellando.

Il desiderio di ritornare, a fare un viaggio verso la nostra essenza.


Canusia web site: https://www.canusia.it/

 

Il sostegno della Commissione europea alla produzione di questa pubblicazione non costituisce un'approvazione del contenuto, che riflette esclusivamente il punto di vista degli autori, e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per l'uso che può essere fatto delle informazioni ivi contenute.



















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