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Stress e tensioni nell'odierna società dell'informazione

Aggiornamento: 1 mar 2021

di Andrea Pasquali

Il rapporto conclusivo dell’audit di comunità realizzato dal progetto Wires-crossed rivela cose molto interessanti. Intanto una verità innegabile: “L’esaltazione della velocità, la scarsa accuratezza nella lettura delle fonti originali, la perdita di luoghi di elaborazione e di confronto, ma anche la perdita di credibilità delle fonti autorevoli, rappresentano criticità rilevanti”(ibidem p. 20).

Pensandoci bene la società odierna produce una grande mole di informazioni e per la maggior parte dei casi si tratta di informazioni poco accurate. Spesso si tratta di prodotti confezionati in fretta e furia per “arrivare per primi” e vendere la notizia.


Va da se che queste persone non provano alcun interesse nel convalidare una notizia andando a cercare le fonti originali.

Accade così, con estrema facilità, che una semplice fake news passi da cellulare a cellulare, voli di bocca in bocca, da una casa ad un’altra e che sia capace, a volte, di scuotere la coesione sociale e di destabilizzare persino il processo democratico.


Che c’è, non ne siete convinti? Vi sembra forse un’esagerazione?

Torniamo per un attimo con la mente a un anno fa. A partire dalle prime fasi della pandemia di covid-19, sui social sono circolate bufale di ogni tipo. Contagio attraverso il contatto con animali domestici, mancato pagamento degli stipendi per i mesi di marzo e aprile, lancio di disinfettanti durante la notte per contrastare il virus, trasmissione attraverso le scarpe, il virus sopravvive 9 giorni sull'asfalto, cisterne che trasportano il virus Covid-19 con tanto di insegna.

Ve ne ricordate?

In tutti questi casi l'azione combinata di una cattiva informazione, insieme al desiderio di capire cosa stesse realmente accadendo (che poi si è tradotto nella maggior parte dei casi in una raccolta spasmodica di quante più notizie possibili, senza convalida attraverso le fonti) ha prodotto angosce , apprensioni, preoccupazioni e ansie spesso immotivate. In una parola :destabilizzazione.


Chi sa che la soluzione a questi problemi di disinformazione non sia questa volta una soluzione di carattere culturale? Che la soluzione non stia proprio nel diffondere capillarmente conoscenze, abilità e competenze multimediali? Che non stia nella creazione di spazi, anche virtuali, dove ci si soffermi a ragionare?


 

Il sostegno della Commissione europea alla produzione di questa pubblicazione non costituisce un'approvazione del contenuto, che riflette esclusivamente il punto di vista degli autori, e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per l'uso che può essere fatto delle informazioni ivi contenute.

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